Già dalla fine dell’800 la famiglia Diatto-Negri produce ed esporta vini. Un’attività coltivata per hobby che però permette al Barolo e ai vini delle Langhe un primo sbarco negli allora lontanissimi Stati Uniti. Nasce come villa di campagna di industriali torinesi, produttori della prima automobile dell’epoca. Riorganizzata poi nel 2001 da Giovanni Negri, oggi la tenuta Serradenari produce un piccolo numero di bottiglie, espressione di un lungo lavoro di analisi e sperimentazione del vino.
Serradenari è la vetta del Barolo, un piccolo balcone sul Piemonte dal quale l’occhio abbraccia l’orizzonte. Ai piedi le Langhe, con il Monviso che domina al centro, si trova la cascina, che trova il nome ai tempi della peste nera, quando i contadini di Barolo e La Morra scapparono sul bricco più alto, con le famiglie e i risparmi. Dal 1450 è perciò “Sara D’nè”: Serradenari. In quell’epoca i contadini si rifugiavano a Serradenari, con i suoi 530 metri, e in una piccola radura chiamata “Pian delle Mole”, dove trovavano grandi massi di pietra grezza dai quali ricavare le Macine per produrre farina e pane. Lo stesso nome di La Morra è possibile derivi da Mola: di certo l’antico simbolo del Comune vede due Mole al centro dello stemma.
Nel 2015, scavando per ampliare la piccola vigna di Pian delle Mole, a due metri di profondità è emersa una falda di un Blu intenso: la Marna tipica di questa terra, una Marna blu che gronda di fossili e strani coagulati di roccia e pietre. Ed ecco infine venire alla luce, nascosta a circa tre metri di profondità, una antica Mola: circonferenza di 42 0 cm, diametro di 140, uno spessore di 32 per circa 10 quintali di peso. La Mola e la terra blu che ne è stata la culla restituiscono ai nostri giorni una pagina di Medioevo. Un ritrovamento che è stato festeggiato con i rappresentanti del Comune e dell’Università di Milano, intorno all’antica Mola oggi esposta al pubblico.
Serradenari è anche un antico bosco di 7,5 ettari, nel quale trovano rifugio volpi e cinghiali, tassi e caprioli, lepri e civette. Tartufaia ben conosciuta dai vecchi di Langa, il bosco è ancora oggi il regno dei ‘trifulau’ con i loro cani, a caccia del tesoro dal profumo incantato. Ecco perchè nasce una nuova etichetta “La Tartufaia” di Giulia Negri che oggi produce Barolo, Barbera d’alba, Langhe Nebbiolo, Langhe Chardonnay e Langhe Pinot Nero.
Il testimone è oggi raccolto da Giulia, figlia di giovanni Negri, che di se dice : ” La mia famiglia ha deciso di affidarmi la responsabilità di Serradenari: la vigna, la cantina, i mercati in giro per il mondo. E’ un onore. Ma io non dimenticherò mai che all’inizio fui solo quel nome: Barologirl. Qualcuno mi battezzò così perché volevo fare il vino a modo mio. [..] Adesso tocca me e alle mie bottiglie. Poche, meno di quarantamila, e ciascuna – dalla prima all’ultima – dovrà saper raccontare tutta Serradenari”
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